Giovedì 10 febbraio, a Marghera, la Stagione di Teatro Contemporaneo propone una delle compagniepiù attive nella ricerca del contemporaneo italiano: Muta Imago con "Lev", visioni e ricordi di un reduce di guerra. Diretto da Claudia Sorace, lo spettacolo ha ricevuto la Segnalazione al Premio Tuttoteatro.com Dante Cappelletti.
Un uomo apre gli occhi. Si guarda intorno. C’è poca luce, non riesce a capire dove si trova. Attraversa lo spazio, in cerca di rumori. Appoggia l’orecchio al muro. Le luci esplodono, le pareti diventano mucchi di fango e tra le grida dei compagni e i fischi delle pallottole l’uomo si getta a terra. E riprende a ricordare.
Da qui parte il viaggio doloroso all’interno dei ricordi e delle amnesie di “LEV”, reduce di guerra sovietico, in scena giovedì 10 febbraio (ore 21) all’interno della Stagione di Teatro Contemporaneo del Teatro Aurora di Marghera (VE) per la sezione “Der Schäden – Il Danno”.
Protagonista sul palco sarà la compagnia romana Muta Imago, uno dei gruppi più attivi nella ricerca teatrale contemporanea italiana, che proprio con “LEV” ha ottenuto la segnalazione al Premio Tuttoteatro.com Dante Cappelletti nel 2007. Da sempre concentrati sulla creazione di drammaturgie originali, sulle valenze immaginifiche del lavoro e sulla ricerca di un linguaggio performativo, anche in “LEV” i Muta Imago approfondiscono l’aspetto visivo e installativo della messa in scena.
Lo spettacolo nasce da una creazione collettiva di Glen Blackhall (attrice in scena), Riccardo Fazi (drammaturgia e suono), Claudia Sorace (regia) e Massimo Troncanetti (scene), e ricostruisce il punto di vista di Lev Zasetsky, soldato vittima di un’amnesia e paziente di Alexander Lurja, celebre neuropsichiatra russo.
“Abbiamo scoperto tra le pagine del diario di Lev una vertigine che parlava di noi e di come ci sentiamo ora – commentano gli autori -. Lavoravamo e ci chiedevamo, in continuazione: cosa ha a che fare con noi la storia di un soldato russo che a seguito di una ferita alla testa, perde la capacità di ricordare? Perché vogliamo raccontarla, cosa di essa vogliamo trattenere e cosa dimenticare? Perché continuiamo a leggere e rileggere le pagine di un diario che parlano di una vita intera passata a combattere nel tentativo di ricostruire un’identità, una vita?”
Il diario di Lev inizia nel 1943, con questa frase: “La gente pensa in grande. Il pensiero si solleva, oltre le nostre teste, immagina palazzi sempre più alti, aerei sempre più veloci, comunicazioni sempre più immediate. La gente parla del cosmo, e degli spazi cosmici. E la nostra terra è una piccolissima particella di questo cosmo infinito. Ma la gente non pensa alla terra, pensa e sogna voli sui pianeti. La gente considera di ordinaria amministrazione il volo delle pallottole, dei proiettili, delle bombe che si frantumano e vengono scagliate nella testa di un uomo, avvelenando e bruciando il suo cervello, mutilando la sua memoria, la sua vista, il suo udito, la sua coscienza”. E termina, nel 1958 con queste parole: “Sí la guerra, la guerra, quanti disastri ha fatto all’umanità, quanti morti ha provocato, quanta gente ha mutilato, quanta altra gente ha inchiodato ad un letto, a quanta gente ha tolta la possibilità di fare del bene. Ma nel prossimo futuro cominceranno i voli nello spazio e in primo luogo i voli sulla luna e sui pianeti vicini, voli che ci daranno maggiori possibilità di fare delle scoperte e di arricchirci di sostanze ed elementi poco diffusi, forse, sulla terra, e che si trovano invece sugli altri pianeti…”
Tra questi due pensieri, una vita intera spesa a combattere contro una malattia che, Lev non poteva saperlo, non sarebbe mai potuta migliorare. Trent’anni a cercare di ricostruire, pezzo dopo pezzo, un’identità, un passato, cosí da riuscire a possedere un presente.
I biglietti (12 euro intero, 10 euro ridotto, 9 euro ridotto carnet, 6 euro ridotto allievi scuole di teatro e danza) sono in vendita on line su www.vivaticket.it, telefondando al num. 89.24.24 Pronto Pagine Gialle®, e al Teatro Aurora dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 17. Giovedì la biglietteria riapre alle 18. I tesserati GAT Card e PROF Card del progetto Giovani a Teatro della Fondazione di Venezia pagheranno il biglietto 2,50 euro.